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    • Lettera a Babbo Natale

      Posted at 8:13 by fedepis, on dicembre 20, 2020

      Ehi Babbo, me ne sono accorta! Sembro cretina ma lo sono solo un po’. Me ne sono accorta: niente misantropia l’anno scorso. Effettivamente non ne avevo bisogno, ci ha pensato il covid. Pure adesso a Natale saremo tutti un po’ più soli. Tu dovrai indossare la mascherina cucita da tua moglie, in realtà non è che ne avresti proprio bisogno, non c’è mai nessuno a un metro di distanza da te. Però, onde evitare, mettila e non bere da tutti i bicchieri del mondo. Portati un termos con del latte caldo tutto tuo (non corretto), portati i tuoi biscotti e l’amuchina, pure per le renne. Diciamolo che non è come quella pubblicità dove sei pieno di fratelli e mandi loro al posto tuo. Almeno l’idea di te lasciamola intatta.

      È stato un anno difficile, siamo tutti più stanchi, ma non migliori. Siamo obbligati a scavare nel fondo della magia del Natale e inoltre quest’anno la programmazione natalizia non è granché. Lo sanno pure i bambini che sarà tutto diverso, paradossalmente lo sarà anche per chi il Natale è sinonimo di malinconia. Non cambia il fatto che sarà più malinconico per tutti gli altri. Non c’è mal comune mezzo gaudio, non c’è la novità della quarantena e non ci metteremo a cantare Jingle Bells o Tu scendi dalle stelle dai balconi perché c’è freddo. Staremo lì senza sapere se vogliamo che queste feste passino il più presto possibile oppure no. Staremo lì a compilare autocertificazioni, a contarci, a chiederci se siamo amici abbastanza. Guarderemo le luci dell’albero e del villaggio di Natale, del Presepe. Ci verranno un po’ i brividi per quegli assembramenti e spereremo che una di queste luci aumenti di luminosità fino a riportarci ad una realtà simile a quella che conoscevamo.

      Però ti devo dire una cosa Babbo: ci proverò a trovare comunque la magia perché anche se è andata così, quest’anno mi hai regalato cose così belle e inaspettate che non ho proprio niente da chiederti.

      Fai il bravo e grazie

      Federica

      Inviato su LETTERE A CORPI INCLUSI | 2 commenti | Tag amore, Babbo Natale, Natale
    • Caro Babbo Natale

      Posted at 12:40 by fedepis, on dicembre 19, 2019

      come stai? Lo so che è tardi per una lettera, e so che non te ne scrivo da molti anni. Mi sono decisa tardi, ho deciso tardi cosa chiederti. Ci ho pensato molto, anche se ho scoperto che a volte non penso mai abbastanza a quello a cui gli altri vogliono che io pensi. Quest’anno ho scoperto un sacco di cose, ho scoperto che a volte avere a che fare con la mia malattia è una passeggiata rispetto ad avere a che fare con gli esseri umani. Quindi volevo chiederti un sacchetto con un po’ di misantropia dentro. Lo so, lo so non ti inc… cioè arrabbiare. È una richiesta strana, e certo non mi trasformeresti mai in Ebenezer Scrooge, magari pensi che non faccia parte di me, piuttosto potrei essere il piccolo Tim. Ma tu stai lì al Polo Nord con tua moglie, gli elfi e le renne, a bere cioccolata calda (magari corretta 😏) e noi siamo qui ad avere a che fare gli uni con gli altri, a complicarci la vita così tanto che poi non ne usciamo neanche con la cioccolata calda corretta. Basterebbe un giocattolo di legno, una volta ogni tanto, basterebbe fare finta fosse Natale una volta al mese. Basterebbe non dimenticare che bambini lo siamo stati, e lo siamo ancora tutti, anche se siamo diventati adulti, anche se adesso la paura del buio non si risolve più lasciando semplicemente la porta della camera socchiusa, però magari aiuta. Aiutano le bucce d’arancia sulla stufa, i biscotti allo zenzero, i cartoni animati alla tv, un cappello simile al tuo sulla testa. Aiuta il villaggio di Natale in salotto, aiuta l’amore. Aiuta trovare qualcuno che ci culla anche quando non siamo stati tanto bravi, anche quando abbiamo chiesto un po’ di misantropia come soluzione o consolazione.

      Quindi caro Babbo Natale se con questa richiesta finisco nella lista dei cattivi, mi accontenterò del carbone ma nel caso tu semplicemente non voglia portarmi la misantropia, vedrò di scoprire cosa posso risolvere con una bottiglia liquorosa a tua scelta. Alla cioccolata calda posso pensarci da sola.

      Un bacio

      Federica 🙂

      Inviato su LETTERE A CORPI INCLUSI, Senza categoria | 0 commenti | Tag amore, Babbo Natale, Natale
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    • L’arte di essere nessuno

      La maggior parte delle volte in cui un bicchiere di vetro ricolmo di acqua cade per terra, la colpa è della distrazione. Tornando indietro, in fondo, avremmo potuto evitarlo. Se non l’avessimo posizionato così vicino al bordo del tavolo, oppure se l’avessimo spostato in tempo, prima che il nostro gomito lo colpisse, non sarebbe mai caduto e noi non avremmo rischiato di ferirci camminando su dei pezzi di vetro a piedi scalzi. Sophia lo guarda cadere, il bicchiere. Sente il tonfo, lo vede infrangersi sul pavimento e, nello stesso istante, lei fa la medesima fine.
      Per tutto il romanzo, con il suo strano modo di camminare, Sophia vede esplicarsi al di fuori di sé la malattia genetica che porta dentro. Tutto è una perdita di equilibrio, in tutto c’è odore di arance rosse e succose che scivolano via dalle mani di un giocoliere e si infrangono sui pezzi di vetro. Ma chi è il giocoliere? È davvero chi crede Sophia?
      Attraverso flussi di pensiero, flashback, cambi di persona, decostruzioni e ricostruzioni, Sophia si rende conto che nulla era come credeva, che la ricerca di qualcuno implica sempre la ricerca di se stessi e che, forse, è proprio vero che si comincia dalla fine.
      – RobinEdizioni

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