Io non sono io, sono quell’altra, quella alla quale le bugie piacciono e anche le omissioni, che tanto in qualsiasi modo la giriate sono sempre bugie ma riempite di silenzio. Eh sì, sono quell’altra stronza che racconta cavolate per indorare la pillola, che si mangia le unghie e le mani alla ricerca della prossima bugia nella quale affogare e con la stessa bugia annaspare per vedere poi se sentirò dolore o senso di colpa. Il mio senso di colpa è il risultato di troppo senso di responsabilità verso gli altri, tutti gli altri, anche chi non se lo merita. Ma non posso essere responsabile senza bugie, non posso pensare che la limpidezza protegga qualcuno se in fondo non protegge neanche me.
Io sono quell’altra, quella che cammina sulle proprie gambe e poi cade, si rialza, cade di nuovo e si rialza ma stavolta si ritrova appoggiata ad un bastone da passeggio. E vuoi che non sia io quell’altra che dice bugie? Io sono quell’altra che inciampa nelle scarpe di qualcuno, che si divincola schivando piroette imperfette, che tocca un muro non più bianco, che cade e si ritrova su una sedia a rotelle. Vuoi che non sia io quell’altra che ama le bugie?