In dieci anni di GNE, lei è stata un pensiero fisso, non uno di quei pensieri che volontariamente pensi ma uno di quei pensieri che c’è e basta – chiedo venia per la similitudine – come quando si ama qualcuno: c’è anche se non la vedi, se non la senti, se non sta nell’altra stanza o nel tuo letto, anche se non ti racconta la sua giornata, anche se non la cerchi.
L’altra sera, verso la 21, dopo aver cenato con mia madre e mia sorella, stavo pulendo lo schermo del cellulare con Maria De Filippi in sotto fondo, all’improvviso squilla il telefono di casa che non era vicino a noi ma su un altro ripiano. Non conoscevamo il numero e mia madre dice: io non lo prendo!
E io concordando, sempre pulendo il mio cellulare, dico: neanche io!
Dopo qualche secondo guardo mia sorella e vedo che ride. Anche io comincio a ridere ma soltanto in quel momento mi accorgo di che cosa ho detto. La mia non era una battuta – ne faccio molte sui miei non-poter-fare-qualcosa -, io l’ho detto per davvero. L’ho detto perché davvero ho creduto che l’altra ipotesi sarebbe stata alzarmi, andare verso il cordless, afferrarlo e rispondere.
È stato un vuoto assoluto, riesco a sentire ancora la sensazione, e uscire da quel vuoto è stato come caderci dentro, come quando non sapete che in fondo è tutto un sogno fin quando non vi svegliate.
One thought on “Non ci ho pensato”
unallegropessimista
Grazie per il racconto.
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